L’utilizzo di dispositivi mobili, l’archiviazione in cloud e la ricerca online fanno ormai parte della quotidianità operativa. Ogni interazione digitale, dal clic allo streaming fino alla conservazione dei file, comporta consumo di energia elettrica e genera emissioni digitali, contribuendo a un’impronta di carbonio digitale misurabile.
In un contesto iperconnesso, sia i comportamenti individuali che le attività delle organizzazioni concorrono all’impatto ambientale complessivo. Le tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, creano valore ma richiedono capacità computazionale e risorse energetiche significative.
L’obiettivo non è rallentare l’innovazione digitale, bensì orientarla all’efficienza, riducendo sprechi ed emissioni mantenendo elevati livelli di servizio e qualità dell’esperienza. Questa è l’essenza della sostenibilità digitale.
La sostenibilità digitale è la disciplina che progetta, gestisce e migliora servizi digitali per offrire lo stesso o maggiore valore con un impatto ambientale inferiore. In concreto, significa misurare e ridurre la carbon footprint digitale lungo l’intero ciclo di vita di siti web, email, archivi e altri asset digitali.
Qualsiasi elemento che venga creato, archiviato o erogato in forma digitale e che consumi storage, trasferimento o calcolo:
Ogni visualizzazione di pagina ha un costo
Secondo Website Carbon, la CO₂e per singola visualizzazione può variare da circa 0,36 a 1,76 g CO₂e per visita, in base alla metodologia e alle ipotesi adottate.
Le emissioni dei server dipendono dall’energia utilizzata
Un’analisi trasparente di GoClimate indica che le emissioni per server possono variano da circa 160 kg CO₂e a oltre 1.200 kg CO₂e all’anno, a seconda dell’impiego di energia rinnovabile e dell’esecuzione dei carichi in cloud o in data center on-premises.
Anche l’utente digitale genera emissioni
I clic, minuti di navigazione, videochiamate e l’invio, archiviazione e lettura delle email si sommano all’impronta di carbonio digitale complessiva, ovvero alla carbon footprint del digitale.
Per la maggior parte delle organizzazioni, le emissioni digitali rientrano nello Scope 3 , poiché l’infrastruttura abilitante, cloud pubblico, CDN, reti di telecomunicazioni, SaaS e altre piattaforme di terze parti, è di proprietà e gestione dei fornitori.
Qualora l’organizzazione gestisca data center proprietari, l’elettricità consumata ricade nello Scope 2, mentre gli eventuali combustibili utilizzati in sito (ad es. gruppi elettrogeni) ricadono nello Scope 1. Restano comunque nello Scope 3 tutte le componenti legate a quell’uso di elettricità nella produzione dell’hardware, logistica e fine vita delle apparecchiature.
Gli asset digitali contribuiscono alle emissioni lungo tre vettori tecnici principali.
Asset più pesanti → più byte trasferiti e archiviati → maggiore uso di energia e costi
L’incidenza di questi fattori varia per caso d’uso. Per esempio lo streaming è dominato da transfer/compute; l’email pesa su transfer/storage; l’e-commerce soprattutto su transfer/compute (con storage); analytics e AI sono compute-intensive.
Gestire l’inquinamento digitale non è solo una responsabilità. Migliora l’esperienza utente, la reputazione del brand e l’efficienza dei costi, sostenendo al contempo una rendicontazione ESG credibile per il digitale.
Si stima che il settore digitale rappresenti circa l’1,5–4% delle emissioni GHG globali (spesso citato intorno al 3,7%), una quota paragonabile o superiore all’aviazione civile, circa 2,5% della CO₂e globale.
Di conseguenza, ridurre l’impronta di carbonio del sito web, attraverso pagine più leggere, media ottimizzati e infrastrutture efficienti, rafforza il percorso di sostenibilità dell’organizzazione e può migliorare la visibilità online grazie a migliori Core Web Vitals e SEO.
L’ottimizzazione di immagini, script e tag di terze parti rende i contenuti più facili da trovare e più rapidi da utilizzare, migliorando Core Web Vitals e SEO. Il risultato è maggiore visibilità nei motori di ricerca, bounce rate più basso e più check-out completati, con benefici sia sulla soddisfazione sia sui ricavi, riducendo al tempo stesso le emissioni digitali.
Pagine pesanti e non ottimizzate sprecano risorse e fanno aumentare i costi. Attraverso il right-sizing dei carichi, la deduplicazione dei file e regole di retention chiare, le organizzazioni riducono la spesa per CDN, banda e cloud. Queste pratiche diminuiscono anche gli sprechi di archiviazione e le emissioni, e rendono più semplici le verifiche di conformità, perché è chiaro cosa è archiviato, chi può accedervi e quando viene eliminato.
La rimozione degli script non necessari, codice e asset ottimizzati riducono il gasto energetico dei servizi digitali e l’inquinamento del digitale. Poiché gli utenti attribuiscono crescente valore alla sostenibilità, tutto ciò dimostra responsabilità climatica credibile e costruisce fiducia a ogni interazione.
Con la sostenibilità digitale ormai centrale nelle operazioni moderne, GFP ha avviato una partnership con Karma Metrix per aiutarvi a misurare, gestire, rendicontare e comunicare la vostra impronta di carbonio digitale. La copertura include siti web, intranet, email, chat aziendale, videochiamate, servizi cloud, app e soluzioni AI, con strumenti per monitorare i progressi e produrre una rendicontazione ESG credibile e allineata agli standard.
Il software Karma Metrix si ispira a GRI 305: Emissions e al GHG Protocol, e utilizza una metodologia validata con algoritmo brevettato per quantificare le emissioni del sito web (gCO₂e per visita).
I requisiti regolamentari impongono livelli di trasparenza sempre più elevati; comunicare in modo chiaro risultati e progressi è quindi essenziale. Come primo passo, il software di Karma Metrix misura la CO₂e del tuo sito e rilascia il sigillo “Impronta Digitale Misurata”, attestando una valutazione basata su metodologia brevettata e allineata agli standard internazionali. Dopo l’implementazione dei miglioramenti e la dimostrazione delle riduzioni nelle operazioni digitali, è possibile ottenere per un anno il sigillo “Efficienza Digitale Ottimizzata”.
Esporre questi sigili sul sito rende l’impegno visibile, credibile e facilmente verificabile dagli stakeholder. Potete includere i risultati nel report ESG, citando metodologia, periodo di riferimento, metriche di intensità (es. gCO₂e/visita), riduzioni ottenute e categorie Scope 3 rilevanti, a supporto di trasparenza e confrontabilità.
La sostenibilità digitale non è un progetto accessorio: è un modo concreto per rendere il vostro patrimonio digitale più rapido, snello e affidabile. Con Green Future Project e Karma Metrix potete ottenere riduzioni misurabili, trasformando piccoli miglioramenti continui in un impatto duraturo per la vostra organizzazione e per le persone che utilizzano i vostri servizi.