Nella complessità del mondo industriale, la sostenibilità non è solo una missione ambientale: è un linguaggio nuovo che richiede visione, sensibilità e capacità di costruire valore condiviso.
Abbiamo incontrato Riccardo Quagliuolo, Direttore della Sostenibilità di Acqua Vera e Sicon, per scoprire come si guida una trasformazione che unisce persone, processi e responsabilità.
Essere Sustainability Manager significa avere una doppia responsabilità e, al tempo stesso, un grande privilegio: quello di accompagnare le due aziende verso un futuro consapevole, misurabile e autentico. Richiede una visione strategica, una capacità di misurare gli impatti, ma anche la sensibilità di saper dialogare con persone molto diverse, dai tecnici agli stakeholder esterni, fino ai territori che ospitano i nostri stabilimenti.”
“La sfida più grande è tradurre parole come neutralità climatica o circolarità in progetti reali, che generino un cambiamento tangibile.
Ricordo con particolare orgoglio l’installazione dei pannelli fotovoltaici nei nostri stabilimenti: non è stato solo un investimento tecnico, ma un segnale chiaro al territorio che l’azienda vuole contribuire in modo tangibile alla riduzione delle emissioni.
Vedere le persone coinvolte, sentire l’orgoglio di appartenere a un’azienda che agisce concretamente, è stato un momento che ha dato senso a tutto il lavoro fatto.”
“Credo che la sostenibilità non debba essere un tema “da ufficio”, ma un percorso che riguarda tutti. Ogni obiettivo deve essere legato a un gesto quotidiano. All’inizio non è semplice: non tutti comprendono subito il valore del cambiamento. Serve tempo, empatia e formazione.
Per questo abbiamo avviato con Green Future Project un percorso formativo strutturato, non generico, ma ad hoc per ogni funzione aziendale: commerciale, supply chain, risorse umane, qualità, direzione tecnica, marketing e comunicazione. Abbiamo scoperto con piacere che proprio i reparti inizialmente più scettici sono diventati i più coinvolti e propositivi.
Questo dimostra che quando si toccano le corde giuste, la sostenibilità smette di essere percepita come un obbligo e diventa un motivo di orgoglio professionale. È una trasformazione culturale lenta ma potente.”
“Due anni fa abbiamo deciso di misurare le nostre emissioni. Sapevamo che serviva un partner solido, capace di affiancarci sia sul piano tecnico che su quello umano: da qui è nata la collaborazione con Green Future Project.
Il loro software di misurazione e il supporto costante del team ci hanno permesso di rendicontare le emissioni con precisione. Abbiamo pubblicato i nostri report di carbon footprint e avviato la redazione del primo bilancio di sostenibilità, oggi già alla seconda edizione.
Green Future Project è stato il ponte che ha collegato i nostri impegni in un’azione condivisa, trasformando i numeri in storie da raccontare. Non parliamo solo di dati, ma di relazioni: con loro abbiamo trovato un partner che entra nelle aziende “in punta di piedi”, ascolta e costruisce insieme.”
“La scelta più coraggiosa sarà quella di integrare pienamente i pilastri ESG, in ogni sistema e processo aziendale, trasformandoli da principi teorici in strumenti di gestione quotidiana. Significa cambiare il modo stesso in cui si prendono le decisioni: dalla strategia alla produzione, dalla comunicazione alla selezione dei fornitori.
È un percorso che richiede coraggio perché implica uscire dagli schemi tradizionali, rivedere le proprie abitudini e spesso anche mettere in discussione pratiche consolidate. Non basta più parlare di neutralità climatica o di economia circolare: serve tradurre questi concetti in progetti concreti, misurabili e condivisi con chi vive l’azienda ogni giorno.”
“Il futuro sarà inevitabilmente segnato dall’economia circolare. Nel nostro settore questo significa ripensare la filiera: dal design del packaging al recupero delle risorse, fino alla promozione di valori come benessere dei lavoratori, rispetto delle comunità locali e filiere etiche. I consumatori oggi chiedono autenticità e trasparenza.
Questa trasformazione porterà grandi opportunità per chi saprà adottare un modello di business responsabile, certificato e comunicato con chiarezza.”
“Direi di non vedere la sostenibilità come un mero obbligo normativo. È un percorso che unisce consapevolezza, empatia e visione strategica.
Serve costruire ponti tra reparti e tra persone, e ricordare che ogni scelta sostenibile, anche la più piccola, contribuisce a un sistema virtuoso che arricchisce l’intera filiera.”
L’esperienza di Riccardo Quagliuolo dimostra che la sostenibilità non è un traguardo, ma un processo continuo di apprendimento e collaborazione.
Con l’affiancamento di Green Future Project, Acqua Vera e Sicon stanno costruendo un modello di impresa che unisce innovazione, trasparenza e responsabilità condivisa.