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Piantare 6 milioni di alberi con il PNRR, cosa stiamo sbagliando?

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finanziato con fondi europei per oltre 191 miliardi di euro, mira a piantare 6,6 milioni di alberi in 14 città metropolitane italiane entro il 2024. 

Il PNR si articola in 6 Missioni complessive, ovvero aree tematiche principali su cui intervenire attraverso un pacchetto di investimenti e la Missione 2 si concentra sulla transizione ecologica, verde e inclusiva in Italia, con un focus sull'economia circolare, l'energia rinnovabile e l'agricoltura sostenibile. In particolare, parte del progetto mira a sviluppare boschi urbani e periurbani attraverso la piantagione di almeno 6.600.000 alberi in 14 Città metropolitane, al fine di:

  • Migliorare la qualità dell'aria e della vita
  • Tutelare la biodiversità
Entro la fine di dicembre 2022, era previsto che quasi 1,7 milioni di alberi fossero piantati seguendo il PNRR. Tuttavia, secondo la Corte dei Conti, in data 21 marzo, l'obiettivo è ancora ampiamente lontano dall'essere raggiunto. Infatti, in molte città sono stati riscontrati significativi ritardi di esecuzione e, soprattutto, l’inefficacia della messa a dimora delle piante rinvenute già secche e in alcuni casi anche morte.

Ad esempio, nella città di Reggio Calabria l’area di riferimento è stata ritrovata con gli alberi soffocati da piante infestanti. A Genova quasi tutte le piantine arboree messe a dimora si sono seccate, quindi dovranno  essere sostituite, in più le aree che da progetto dovevano essere oggetto di riforestazione sono prevalentemente già boscate o si stanno evolvendo naturalmente verso il bosco. Inoltre, a Milano le  prescrizioni ministeriali rendono irrealizzabile il progetto, in quanto l’area metropolitana ha un’altissima densità abitativa e risulta quasi impossibile procedere con un’opera di rimboschimento di 3 ettari. 

 

Come dovrebbe avvenire la corretta messa a dimora?

La conversazione si sposta sul tema della piantagione, che si riferisce all'allestimento di piante di uno o due anni direttamente nei siti di piantagione della foresta urbana o di semi in un vivaio ben definito. Queste possono essere alberi o arbusti autoctoni provenienti da habitat forestali locali, come indicato nell'elenco dei progetti approvati e nelle quantità. Per motivi ecologici legati all'attuale crisi climatica, i piccoli alberelli pre-acquistati possono essere collocati anche nel vivaio per un breve periodo. Le caratteristiche biologiche delle piante possono richiedere una fase di messa a dimora in un ambiente protetto (vivaio) per massimizzare la germinazione dei semi e prevenire il rischio di fallimenti dei piccoli alberi durante la fase di crescita. 

La fase di piantagione, che include la messa a dimora di semi o piccoli alberi sia nel vivaio o direttamente nei siti dei progetti, è valida per raggiungere l'obiettivo del quarto trimestre del 2022 di almeno 1.650.000 alberi o arbusti. Nel caso di piantagione in un vivaio, sarà necessario un ulteriore passaggio di trapianto per trasferire i piccoli alberi al sito finale di piantagione. Per la messa a dimora in un vivaio entro la fine del 2022, la fase di trapianto può avvenire a partire da gennaio 2023, a seconda delle caratteristiche biologiche delle specie e delle condizioni climatiche ed ecoregionali locali. Questa procedura garantisce il rispetto del "Piano di Forestazione" riguardo all'uso esclusivo di piante autoctone necessarie provenienti da habitat forestali locali coerenti con le caratteristiche biogeografiche dell'area in questione.

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Trasparenza e tracciabilità

Un altro problema riscontrato è quella della mancanza di trasparenza e tracciabilità. Dove si trovano gli alberi piantati? Come si può valutare l’avanzamento del progetto? Si può tenere monitorato lo stato di salute della foresta?

I dubbi sono più che legittimi e ad oggi non è stata fornita alcuna risposta. Ma quando si tratta di sostenibilità la trasparenza è un tema cruciale. Questo significa che tutte le informazioni, i dati e la documentazione devono essere accessibili e comprensibili per tutte le parti interessate, compresi i singoli individui e le organizzazioni. Green Future Project ha fatto della trasparenza il proprio core business.  Infatti, attraverso la piattaforma si può monitorare in tempo reale l’impatto generato dai progetti supportati in termini di CO2 compensata, alberi piantati, ettari di foresta protetta e energia pulita prodotta.

Inoltre, grazie all’integrazione Orbify, una tecnologia che opera a livello satellitare, vengono fornite informazioni e dati scientifici costantemente aggiornati (compresi quelli ottici, RADAR e LIDAR).  Si può monitorare l’andamento del progetto, l’evoluzione della crescita di flora e fauna, visualizzare indicatori vitali dello stato complessivo della salute della foresta, fino a conoscere dati ancor più nel dettaglio, come altezza della chioma dei popolamenti, la temperatura, il tasso di umidità, il vento percepito all'interno della riserva e altro ancora. 

Infine, scaricando periodicamente le informazioni sul progetto, è possibile osservare e confrontare l’evoluzione della riserva e l’effettivo impatto che si sta generando. 


Orbify (1)

Foto 1. Integrazione Orbify sulla Dashboard relativa al progetto di piantagione a Vilamatsa, Magagascar.

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