Plastica negli Oceani: L'Impatto delle Macro e Microplastiche
La plastica è diventata una delle più grandi sfide ambientali del nostro tempo, in grado di compromettere habitat marini su cui dipendono interi ecosistemi. Con una produzione globale in continua crescita, gli effetti di questo materiale sull'ecosistema marino sono devastanti. In questo blog, esploreremo le differenze tra macro e microplastiche, come si formano, e il loro impatto sugli oceani.
Macro e Microplastiche: Qual è la Differenza?
Nonostante non esista una definizione ufficiale, le microplastiche vengono comunemente definite come frammenti di plastica con dimensioni inferiori ai 5 millimetri. Oltre questa soglia, si parla di macroplastiche, mentre i frammenti ancora più piccoli, nell'ordine dei nanometri, sono noti come nanoplastiche.
Le microplastiche rappresentano una grave minaccia per gli habitat marini: difficili da eliminare, vengono facilmente ingerite dagli organismi marini, causando danni alla biodiversità e contaminando l'intera catena alimentare, fino ad arrivare anche a noi.
Come si Formano le Microplastiche?
La plastica che invade gli oceani si frammenta attraverso vari processi naturali e antropici, tra cui:
- Biodegradazione: gli animali interagiscono con i detriti di plastica e li scompongono in frammenti più piccoli.
- Idrolisi: l'acqua agisce direttamente sulla plastica, deteriorandola in microframmenti.
- Degradazione termo-ossidativa: lenta degradazione ossidativa a temperature moderate che rompe le strutture polimeriche.
- Fotodegradazione: la luce solare deteriora i materiali plastici in particelle sempre più piccole.
- Immissione diretta: le microplastiche vengono prodotte intenzionalmente, ad esempio per cosmetici o detergenti, e finiscono negli oceani tramite i sistemi di scarico.
Questi processi trasformano la plastica in una minaccia invisibile ma persistente, con un impatto devastante su tutto l’ecosistema acquatico.
La Plastica in Numeri
I dati sulla produzione e sull’inquinamento da plastica sono impressionanti e mostrano quanto urgente sia il problema:
- Circa 8% della produzione mondiale di petrolio viene utilizzata per la plastica.
- Ogni anno si producono circa 300 milioni di tonnellate di plastica, con un aumento annuo del 4%.
- Meno del 3% di questa plastica viene riciclata.
- Il 50% della plastica prodotta è destinato a prodotti monouso.
Si stima che oggi negli oceani siano presenti circa 300 milioni di tonnellate di plastica, un dato che richiede interventi immediati ispirati ai principi della blue economy, per promuovere soluzioni sostenibili e ridurre drasticamente questo inquinamento.
Impatto sulla Biodiversità Marina
La plastica è una delle principali minacce alla biodiversità marina, con effetti devastanti su numerose specie di animali marini, dagli uccelli ai mammiferi, fino ai rettili. I suoi impatti si manifestano attraverso due principali meccanismi:
- Intrappolamento (Entanglement): Molti animali rimangono intrappolati in reti, sacchetti di plastica o altri materiali plastici. Questo impedisce loro di muoversi, nutrirsi o respirare correttamente, alterando il loro comportamento naturale. Per specie come uccelli, tartarughe marine e mammiferi marini, l'intrappolamento spesso causa soffocamento e morte.
- Ingestione: Molti organismi marini confondono la plastica con il cibo. Una volta ingerita, la plastica può bloccare il tratto gastrointestinale, ostacolando l'assunzione di nutrienti essenziali. Questo porta a malnutrizione, sviluppo rallentato e, nei casi peggiori, alla morte dell'animale.
La plastica come vettore di inquinanti chimici
Oltre ai danni fisici, la plastica rappresenta una minaccia chimica poiché agisce come veicolo per i POP (Persistent Organic Pollutants), sostanze organiche persistenti altamente tossiche.- Persistenza: I POP non si degradano facilmente a causa della loro composizione chimica, restando nell'ambiente per lunghi periodi.
- Bioaccumulo: Gli organismi che ingeriscono plastica contaminata assimilano questi inquinanti nel proprio corpo.
- Biomagnificazione: I POP si accumulano lungo la catena alimentare. Questo significa che gli animali posti ai vertici della catena, inclusi gli esseri umani, ricevono dosi crescenti di queste sostanze tossiche.
Ripulire gli Oceani dalla Plastica con Green Future Project
Grazie a Green Future Project, le aziende hanno l'opportunità di investire in progetti ambientali che puntano a ripulire gli oceani dalla plastica, contribuendo direttamente alla salvaguardia degli habitat marini. La tecnologia di Green Future Project facilita il monitoraggio dei progressi, offrendo una dashboard dedicata dove le aziende possono visualizzare la quantità di plastica rimossa dal mare in kg e visualizzare i dettagli del progetto, come i benefici per la biodiversità marina e le comunità locali, resi possibili dagli investimenti in questo progetto.